Pizzo Badile - Cassin + Supercombo winter ascent

Pubblicato il 3 gennaio 2025 alle ore 19:28

29-31.12.2024


Il 2024, un anno di alti e bassi per me, iniziato alla grande per poi spegnersi completamente da dopo il Perù.
Ritorno forzato dalle Grand Jorasses e al Cervino, rinuncie di alucne traversate tanto attese e la forma fisica che sembra non tornare.
Avevo bisogno una pausa dalla montagna, quindi il mese di ottobre e novembre li ho dedicati a scalare in falesia e a divertirmi, magicamente la forma torna e la motivazione di tornare in montagna anche.

Arriva il natale e come da diversi anni ormai è per me tradizione ingaggiarmi in una salita importante, proprio l'anno scorso sulla parete NO del Pizzo badile per il Grande Diedro: quindi mi dico "Ma perché non tornare al badile? e magari per la NE questa volta?"

Chiamo subito i locals della valle per capire le condizioni e ineffetti sembra possibile.

Casualmente Olivier mi chiede se tra il 29 e il 31 sono libero, quindi gli propongo il badile, e lui ne è subito attratto.
Mi dice che anche Marc è motivato e quindi il team è fatto.

Il 28 sera i due mi raggiungono già a casa per poi il 29 partire verso Bondo dove Luzi e Severin ci aspettano per portarci fino in cima alla Valle Bondasca così da accorciare l'avvicinamento alla Sacs Furä.

Il badile è davvero una montagna Fantastica, una delle più belle al mondo, e vederla così bianca è ancora meglio.

In 2 ore arriviamo alla Capanna e dopo una piccola pausa decidiamo di partire ancora in direzione dell'attacco della via per tracciare e depositare il materiale.

Fortunatamente la neve è poca, e in altre 2 ore siamo sotto la parete, siamo impressionati da questa placca di granito enorme, incute gran timore, o almeno a me.
Torniamo alla capanna per riposarci e dopo cena mettiamo la sveglia alle 3 di mattina.

La notte, come sempre, sembra troppo corta, ma la voglia di iniziare a scalare è tanta e in poco tempo siamo pronti ad uscire dalla capanna.

La luce frontale illuminala la traccia che abbiamo fatto il giorno prima, e anche se non vediamo la parete sopra di noi, possiamo sentire la sua presenza, che da un lato ci opprime e ma dall'altro ci invoglia ancora di più a scalarla.
Alle 5:30 ariviamo all'attacco, dove la tipica doppia di accesso alla parete ci porta sulla grossa cegnia da attraversare fino al vero e proprio inizio della via.

Inizio io a scalare su alcuni tiri non troppo difficili e che ci fanno gudagnare i primi metri della via abbastanza velocemente, fino a raggiungere un diedro quotato 5b, così cambio gli scarponi con le scarpette da arampicata e in poco tempo arrivo all'uscita.

In quel momento sta arrivando la luce e appena sbuco dal diedro vedo quello che non avrei mai voluto vedere: I prossimi due tiri erano ricopoerti da una placca di neve inconsistente.

Chiedo ad Olivier di darmi il cambio mentre mi rimetto gli scarponi.

Dopo qualche metro di scalata si intravede uno spit e Oivier lo clippa prima di ripartire su una placca davvero molto instabile, continua a scalare e quando sembra che sia riuscito a passarla, tutto si rompe, e lui comicnia a cadere, mi si ferma il cuore e la sua caduta sembra interminabile.
Per fortuna Marc era ben attento e ferma la sua caduta. Ho avuto paura.

Olivier si rialza e ride, come nulla fosse successo.

Riprende a scalare per un altra linea e arriva in sosta, dove riprendo il comando per i prossimi tiri fino a raggiungere i tiri più duri della cassin.

Cambio ancora gli scarponi con le scarpette e inizio a scalare.

Il tiro che segue è quotato 5C+, ma vi posso assicurare che con lo zaino pesante, le mani e i piedi freddi, e l'imbrago pieno di materiale questo tiro mi è sembrato molto più duro.
Continuiamo a scalare e dopo altri 4 tiri con le scarpette il ghiaccio arriva e quindi Olivier riprende ancora il comando.

Dopo altri 5/6 tiri arriviamo al grande deposito di neve a metà faccia.

Da qui la via sembra impossibile da continuare: molto ghiaccio che copre tutta la roccia e le fessure, ma troppo fine da mettere viti da ghiaccio per porteggersi, quindi impossibile proteggersi.

Discutiamo se ha senso continuare, erano già le 15 e avevamo ancora metà parete da scalare.

Olivier si decide a provare a proseguire, mentro lo assicuro il cuore mi batte forte, non c'è nessun margine di errore, una caduta potrebbe essere disastrosa.

Per questi 3 tiri ci siamo scambiate davvero poche parole, e ogni lunghezza richiedeva molto tempo.

Alle 17 la notte ci accoglie e noi arriviamo finalementa alla fine di questi tiri paurosi.

Ci mancano ancora 300 metri di parete, dove proteggersi resta quasi impossibile, ma almeno la scalata è molto facile.

Marc è al comando e alle 21 arriviamo sulla cresta, non festeggiamo ancora perché siamo stanchi e sappiamo che la cresta richiede ancora molta attenzione.

Solo alle 22 arriviamo in cima, urliamo di felicità, lo stress si allenta e siamo felici.

Dopotutto abbiamo appena scalato la parete nord est del Badile, che emozione!

La notte nel piccolissimo bivacco sulla cima passa veloce e con le prima luci cominciamo a scendere.

Alle 11.30 siamo finalmente ai Bagni di Masino, dove Max è venuto a prenderci per portarci in fondo alla valle.

Da qui la seconda avventura inizia, il ritorno fino a bondo in autostop.

Conosciamo una vecchietta che ci porta fino a metà strada e da li una giovane coppia ci porta fino a Chiavenna per infine prendere il bus fino a bondo.

Ancora una volta il Badile e il natale per me si connettono per portarmi una enorme soddisfazione.

Grazie Badile per questo regalo e per essere la montagna più bella al mondo.

Ci vediamo l'anno prossimo.

Filippo

 

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